VERSO L’ASSEMBLEA di Sabato 6 MAGGIO 2023
Questo tempo che viviamo, questo e non un altro, è quello che ci è dato per vivere la nostra vocazione cristiana. Tempo affascinate, per le potenzialità che sempre si offrono alla nostra responsabilità, e anche molto complesso perché vivere il cambiamento non è mai facile, infatti noi istintivamente offriamo sempre resistenza al cambiamento. Personalmente, la complessità diventa anche sofferenza, in quanto sperimento come la Chiesa, nata per annunciare e preparare la venuta del Regno di Dio, venga percepita da molti come un relitto malinconico del passato, incapace di offrire una parola all’uomo di oggi, che vive in una società profondamente secolarizzata, una parola capace di dare risposte alle proprie domande più profonde. Il Vescovo di Roma parla di «grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa – afferma nella Evangelii gaudium – nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità. Si sviluppa la psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo» (n. 83).
La soluzione – affermava Benedetto XVI a un gruppo di vescovi francesi in visita ad limina – non può essere affidata solo a questioni organizzative, per quanto importanti esse siano; «si rischia di porre l’accento sulla ricerca dell’efficacia con una sorta di “burocratizzazione della pastorale”, concentrandosi sulle strutture, sulla organizzazione e sui programmi, che possono diventare “autoreferenziali”, ad uso esclusivo dei membri di quelle strutture. Queste ultime avrebbero allora scarso impatto sulla vita dei cristiani allontanatisi dalla pratica regolare». Credo allora, che il Signore chieda ad ogni battezzato, maggior docilità allo Spirito santo, sia quando ascolta e sia quando parla, insieme, per decidere cosa fare.
Le assemblee ecclesiali (parrocchiale del 6 maggio e vicariale del 27 maggio) che in questo mese avremmo la possibilità di vivere, sono la modalità concreta per crescere nella dimensione sinodale, dimensione costitutiva della Chiesa e strada nella quale incamminarci per dare un volto nuovo alla nostra parrocchia. Spero che ciascuno e ciascuna accolga questo appello alla partecipazione e vinca la tentazione di “stare sopra un albero”, nella convinzione che ogni battezzato non ha soltanto il diritto di
parlare, ma anche e soprattutto, il dovere. don Massimo.
Per rendere più fecondo il lavoro assembleare, sono state preparate delle domande, che trovate nell’allegato qui sotto, sintesi del cammino fatto in questo mesi nel Consiglio di Comunità. Si chiede a ciascuno di pensarci nei prossimi giorni, in modo che i nostri interventi non siano estemporanei, ma il frutto di un lavoro interiore.
Tra gli allegati anche le locandine delle due assemblee.
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