Signore, hai mai desiderato morire?
Sai cosa vuol dire: non farcela più,
perché il male è troppo grande, e amaro,
da renderci tanto infelici?
Dice un midrash antico che a volte
tu fai, a sera, delle nostre preghiere
un tappeto disteso nel cielo
e sopra tu pure ti prostri e preghi;
e questa sarebbe la tua preghiera:
“Di tanto male
vi chiedo perdono, uomini …”
Pensa al tuo popolo in mezzo al deserto:
“Fossimo morti per mano del Signore
in terra d’Egitto”:
per tua mano, Dio, amante della vita!
E Giobbe a gridare:
“Perché le porte del grembo non chiuse?
Perché la pena ai miei occhi non nascose?”.
Anche Cristo tentato di morire:
“Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù …”,
anche lui, sudando sangue, gridava:
“Padre, Padre, se è possibile …”.
Oh,
le preghiere che salgono da tutti i deserti
dopo questo andare, e andare …
Come sono le preghiere
di queste moltitudini di braccati,
di deportati, di torturati, di uccisi?
Anche di te noi abbiamo pietà,
perché devi avere il cuore che scoppia,
e le notti che certo piangi per noi! …
Fino a farti pane, nostro cibo,
e a dirci: “Mangiate, alzatevi
che lungo è ancora il cammino”.
E noi andiamo ancora,
forti del tuo cibo:
solo perché tu ci ami, e noi ti amiamo,
Dio fatto in tutto simile a noi.
David Maria Turoldo
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