E’ giorno di gioia. Il popolo di Gerusalemme accoglie Gesù
come il trionfatore dopo una campagna militare, ma il suo esercito
è costituito da un pugno di poveri uomini impauriti e insicuri,
il suo destriero scalpitante è un umile puledro inesperto. Il sorriso di Gesù
è velato dall’angoscia e dall’amarezza per gli accadimenti che seguiranno:
il giubilo si muterà in pianto, le promesse in tradimento, l’amicizia in abbandono
e solitudine, le grida inneggianti si trasformeranno nella concitazione dei Getsemani,
la strada per Gerusalemme coperta da tuniche e rami di palma diventerà
il sentiero sassoso del Golgota.
I sommi sacerdoti portano a termine quello che aveva tentato di fare Erode.
Cristo sembra aver deluso tutti: volevano un Dio diverso.
Forse è tutto finito, ma già si intravede la luce del sepolcro vuoto.
E sarà giorno di gloria. Tutto è avvenuto per amore.
Signore,
Ti sei spogliato di te stesso
facendoti “obbediente fino alla morte e alla morte di croce”
solo per noi e nella Tua sofferenza fino all’annientamento
c’è l’atto d’amore sublime, la tua vittoria.
Non siamo noi ad amare Te, ma sei Tu che ami noi smisuratamente.
Signore,
anch’io sono una di quelle persone esultanti
che diventeranno accusatori e traditori, rendimi capace alla conversione
per poter seguire il tuo esempio, perché io non voglio un Dio diverso.
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