Date bellezza agli uomini che gridano
il pane e l’odio, costruite bellezza
per gli uomini affamati e d’occhi rossi
conturbati in disperazione. Irosi
chiedono il pane poiché non lo sanno
di morire per fame di bellezza.
Il pane è della membra; il cibo uguale
agli uomini e alle bestie sazia i ventri
dentro annodati d’ombra. Ma chi placa
l’angoscia d’essere, il pinto del cuore,
e del passato e futuro ci cresce?
La rosa incurva i petali e splende;
e chi ha in dono la forma armoniosa,
dissolva il torbido e inquieto sgomento
delle rovine e ritorni alla gioia.
L’ansia dell’uomo che va sulla terra
non è di terra; anche amaro è l’amplesso
senza possesso di bellezza. E voi
che detenete potenza e denaro,
e coltivate terre e molte navi,
non dilatate solo nere fabbriche,
imbiancati ospedali o nuove macchine;
chiamate insieme gli uomini che sanno
e le forme intente al ritmo dello spazio
e siano templi sopra le colline,
palazzi splendidi nel volto perpetuo
delle bellezza. E’ il nostro canto d’uomini
e l’abbiamo rinnegato con Dio;
perciò moriamo in ansia di bellezza.
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