Padre sono io quel figlio
che si è allontanato sbattendo la porta di casa
e che hai lasciato andare
pur sapendo che si farà del male, mentre stai a guardare
ogni giorno, instancabile, l’orizzonte aspettando che ritorni.
Sono io quel figlio
con un buco perenne allo stomaco,
con i vestiti strappati e sporchi
costretto a mendicare un qualsiasi lavoro per tirare avanti.
Sono io quel figlio
che vedi da lontano tornare più per fame che per amore
e Tu Padre gli corri incontro lo stringi tra le tue braccia,
lo rivesti e fai per lui una festa.
Sono io, si, sono io quel figlio con il cuore indurito
che torna a casa da te dove questa lunga corsa finirà
e Tu sarai là ad aspettarmi pronto a perdonarmi
e fra le Tue braccia troverò la gioia e la serenità
che riscalderà il mio cuore.
Stefania
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